Page 12 - Bollettino Rotary Club Bergamo Sud
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17 gennaio 2019 Rotary Club Bergamo Sud Bollettino n. 748 (17)
anno rotariano 2018 - 2019
tornano. È una questione puramente tecnica ma andava chiarita prima e caso mai non con effetto retroattivo. Da questo punto di vista credo che una maggiore vicinanza delle istituzioni alle aziende ci vuole assolutamente”.
Un appello alle famiglie che continuano a lavorare e puntano sulla continuità generazionale?
“Il mio appello è quello di credere nei figli. È chiaro che il figlio avrà difficoltà e magari non avrà mai la stessa scintilla che ha avuto il genitore. Il figlio di un genitore che ha costruito un’azienda sensazionale, difficilmente avrà le stesse caratteristiche, ma lui deve gestire e mandare avanti l’azienda apportando le proprie esperienze e le proprie capacità, potendo sempre contare sui consigli dei fondatori. Quindi si! Io investirei sempre nei figli, magari facendo fare loro un periodo di esperienza in un’altra azienda e poi, naturalmente garantendo il giusto mix con i manager esterni”.
Il cambiamento può spronare un’azienda?
“Il cambiamento in azienda è necessario: il manager in azienda deve veicolare anche il sentimento di “insoddisfazione”. Intesa come la certezza che in qualsiasi settore, in qualsiasi lavoro c’è sempre un margine di miglioramento. Posso anche avere la certezza di aver raggiunto il 100% oggi, ma già domani qualcun altro starà innovando. E al cambiamento devo pensarci oggi e non domani. E come dico spesso in azienda: a seguito di una scelta di cambiamento non potrà mai esserci un fallimento:
responsabile Edoardo Gerbelli
o si vince o si impara”.
Questi grandi colossi che comprano in Italia, poi riescono a mantenere quella scintilla o perdono un po’ di smalto?
“I colossi industriali esteri tendono un po’ a prevaricare e a frenare le iniziative locali perché sono aziende industriali e, normalmente, tendono a prendere il meglio e poi portarlo nel sede territoriale di provenienza o di migliore resa fiscale. Se sono invece investitori istituzionali o finanziari molto spesso forniscono solo le condizioni migliori affinché la scintilla continui a brillare”.
Non si deve temere l’arrivo dei colossi esteri che comprano le aziende italiane?
“Intanto non si può evitare che questi colossi esteri non comprino. Non dobbiamo preoccuparci, tuttavia, dei colossi stranieri, ma occuparci della nostra azienda, così quando arriva il colosso straniero l’azienda deve essere preparata a competere dal punto di vista commerciale. Che un grande gruppo straniero arrivi è certo. Non è un se, ma solo un quando: occupiamoci adesso delle nostre aziende e su come affrontare il colosso, impariamo ad essere forti o anti-fragili se preferisce. Dobbiamo imparare non ad essere ostinatamente duri, ma ad affrontare il cambiamento e ad accettarlo: quando è in arrivo un forte vento il contadino può costruire un muro per proteggere la sua casa ed il suo campo oppure costruire un mulino a vento e sfruttare il vento per diventare più forte e migliorare il suo prodotto o processo. Non dobbiamo avere paura del vento del cambiamento ma cavalcarlo”.
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