Page 2 - Rotary Club Bergamo Sud
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01 marzo 2018 Rotary Club Bergamo Sud Bollettino n. 23 (720)
anno rotariano 2017 - 2018
Continua la nostra carrellata di incontri con le Associazioni partner dei service in corso
“Progettiamo con AEPER”
Il presidente Marco ROSSINI ha aperto la conviviale salutando gli ospiti dell'Associazione AEPER ricordando la visita ad una delle loro strutture. Quella di Curnasco dove sono ospitati i ragazzi dagli 8 ai 17 anni che hanno problemi relazionali con la famiglia. Ragazzi che vengono affidati all'Associazione dal Tribunale dei minori per inserirli in un percorso di recupero e di autostima.
Visitando questa struttura “abbiamo toccato con mano – ha detto il Presidente – il lavoro che questi educatori stanno svolgendo anche in un contesto difficile. E' un lavoro che viene premiato dalla costanza. E' un impegno continuativo dove ci sono delle soddisfazioni ma nel lungo periodo e, purtroppo anche delle delusioni.
Voglio ringraziarvi di essere qui con noi questa sera. Noi come Club siamo onorati di poter dareMariella una mano ad una vostra iniziativa.
A nome di Piero (ndr – Piero MINETTI prossimo Presidente 2018-2019) mi ha detto che lui cercherà tutti i modi per sviluppare un progetto comune.”
La presentazione dei progetti in corso da parte dell'Associazione AEPER è stata svolta dalla responsabile del centro di Curnasco, la dott.sa Mariella GALESSI
“E' un grande piacere essere qui questa sera per raccontare un po' di noi. Da un paio di anni collaboro con la cooperativa sociale AEPER. AEPER è un acronimo per Animazione Educazione Prevenzione E Reinserimento. La Cooperativa AEPER fa parte di un Consorzio di Cooperative che operano sul territorio bergamasco con scopi affini e rivolti al disagio giovanile ed anche per gli adulti. Con una forte presenza vocazionale per la cura ed il supporto della fragilità e del disagio mentale.
Dobbiamo molto al Rotary che ci è vicino in molti casi ed opportunità. Ad oggi abbiamo realizzato con voi il campo sportivo per la comunità psichiatrica per adolescenti di
coordinatore Edoardo Gerbell
Medolago e siamo qui questa sera per parlarvi di un'altra comunità dove il vostro sostegno risulta essere importante. E' la comunità Aquilone, uno dei nostri centri di sostegno agli adolescenti.
La Cooperativa AEPER ha iniziato a comunicare per campagne di sensibilizzazione quattro anni fa con una grande campagna denominata “Io sono Giacomo”. Si è occupata di sensibilizzare la cittadinanza sulla disabilità mentale. Solo che questa disabilità può essere transitoria che può capitare a chiunque nella sua vita. Quindi la nostra mission è quella di recuperare l'opportunità di una buona vita in qualsiasi momento che possa essere un inceppamento o una fatica.
Passando nel mondo dell'adulto, due anni fa abbiamo scelto di iniziare una campagna di sensibilizzazione e di raccolta fondi che abbiamo chiamato “Diventare grandi non è sempre una festa”. Questa frase è nata attorno ad un tavolo tra colleghi ragionando proprio sulle fatiche incredibili che abbiamo visto nei nostri ragazzi e nelle nostre ragazze alla soglia della maggiore età. Credetemi. Il compimento del 18° anno può essere un momento molto doloroso, pieno di grandi paure. Ragazzi e ragazze fragili che diventando grandi perdono formalmente tutele ed aiuti.
Diventare grandi non è sempre una festa ma possiamo fare qualcosa per ridurre questa paura, per ridurre questa fatica.
Dentro la comunità L'Aquilone, noi ospitiamo dei ragazzi che sono in situazioni di emergenza, allontanati dalle loro famiglie e con loro i nostri educatori le nostre educatrici percorrono una strada per portarli ad avere opportunità di vita adulta buona o serena. Per questo abbiamo qui con noi questa sera la coordinatrice della Comunità L'Aquilone Silvia DRAGHI alla quale passo volentieri la parola.”
La dottoressa DRAGHI ha introdotto la sua relazione leggendo una lettera di una ragazza dove viene espresso in modo molto suggestivo il disagio che ella provava. Dopo di che ha continuato dicendo “questo scritto è importante perché spiega l'animo turbolento di chi sta attraversando un periodo difficile della propria adolescenza ed è costretto a vivere in una comunità. Le comunità, scrive l'adolescente, non sono essenziali come le verdure ma neppure dolci come una torta. E' vero, a nessuno piacciono, ma fanno crescere. E' anche una via di fuga dalla solitudine. In comunità è impossibile stare da sola. In tutti i sensi. E' un piccolo mondo
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