Page 9 - Bollettino Rotary Club Bergamo Sud
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19 luglio 2018 Rotary Club Bergamo Sud Bollettino n. 734 (03) anno rotariano 2018 - 2019 responsabile Edoardo Gerbelli
Mantegna, tac e radiografia: e ora restauro alla Carrara Le «patologie» del risorto: abrasioni, tarli e veleni.
di Daniela Morandi
È pronta per gli interventi di restauro la «Resurrezione di Cristo» di Andrea Mantegna che è stata scoperta nel maggio scorso nell’archivio dell’Accademia Carrara. Ieri l’illustre paziente è passato nel «tubo» della Tomografia computerizzata ed è passato sotto i raggi X della Radiologia dell’Humanitas Gavazzeni, per tutti i test diagnostici propedeutici al restauro, che «sarà concluso entro sei mesi», dichiara Maria Cristina Rodeschini, direttore della Carrara. «Il restauro presuppone un progetto di ricerca che comprende queste indagini diagnostiche, con strumenti e macchinari ad alta tecnologia, e che serviranno alla restauratrice Delfina Fagnani per intervenire nel migliore dei modi sul dipinto. Sono già stati fatti dei saggi di pulitura e delle indagini chimiche per i punti di colore. L’intervento — prosegue Rodeschini — dovrebbe iniziare a breve in una delle sale del museo, ma è ancora da definire il luogo, perché ci piacerebbe che il restauro fosse visibile al pubblico. Ipotizziamo di concluderlo per novembre, mentre la sfida del 2019 sarà ricongiungere il nostro Mantegna con la “Discesa di Cristo al limbo”, l’altra opera del Maestro di collezione privata che completa il prezioso “puzzle”. Abbiamo contattato la casa d’asta Sotheby’s, dove è documentato un suo passaggio, ma i proprietari vogliono restare nell’anonimato. Vediamo se è possibile avere l’opera interpellando i colleghi della National Gallery londinese, che a ottobre organizzerà una mostra su Mantegna e Bellini».
Passaggi delicati che si imbastiscono nella speranza di riunire i due capolavori del maestro. Nell’attesa, si indaga sullo stato dell’arte della tavola, che si presenta in un buono stato di salute, benché la superficie pittorica, a tempera e oro, sia poco leggibile per la stesura di una verniciatura ingiallita, che rende più cupa la gamma cromatica. Il capolavoro del Mantegna, risalente al 1492 circa, ieri è stato sottoposto a Tac e radiografia digitale, ad alta risoluzione e computerizzata, operazione che conferma «la collaborazione tra eccellenze bergamasche, Humanitas e Carrara. È la prima volta che ci occupiamo di un’opera d’arte, pertanto abbiamo fatto dei test su tavole cinquecentesche in mio possesso», racconta Enzo Angeli, responsabile del Dipartimento di diagnostica per immagini dell’azienda ospedaliera, di recente entrata nel Cda della Carrara. «Dalla Tac si vedono l’interno della tavola, le fibre di legno, le gallerie di tarli e la presenza di corpi esterni come chiodi e viti», spiega il conservatore Giovanni Valagussa, a cui è dovuta la scoperta della paternità del capolavoro, che da poche migliaia di euro ora si stima sui 28 milioni di dollari, in linea con la quotazione con cui è stato battuto il suo pendant «Discesa di Cristo al limbo».
Dalle prime immagini arrivate sullo schermo del pc si vede la scansione della Tac che «ha tagliato la tavola in 1.300 piccole fette sotto il millimetro. Gli esperti ricostruiranno in 3D il supporto ligneo usato da Mantegna alla ricerca di irregolarità e tarlature». Da una prima diagnosi si vedono le cavità, i canali dei tarli, oggetti metallici e le venature strette del legno, dall’ottimo taglio, come evidenzia il conservatore della pinacoteca. Dalla radiografia invece emerge la tecnica usata dal pittore. Grazie a un’adeguata pesatura dei raggi emessi e alla successiva elaborazione delle immagini, sarà possibile osservare in trasparenza la tavola e studiare, insieme al supporto ligneo, anche il film pittorico. «La quantità dei raggi X usata sul Mantegna è bassa — dice Angeli —, perché è un paziente sottile, non esistono parti anatomiche umane così fini, forse un dito mignolo». Le prime immagini svelano parti più bianche e dense, sintomo che «la quantità di piombo nei pigmenti è maggiore — specifica Valagussa —. Queste zone saranno le più nitide e brillanti alla fine del restauro, così come il drappeggio che da giallognolo diventerà bianco candido e mostrerà tutte le sue pieghe nette e spigolose. La radiografia ce ne dà un’anteprima. Il volto di Cristo invece, come il braccio e la mano di sinistra, sono poco leggibili, forse per una vecchia ripulitura o restauro che li ha abrasi. Questa informazione è utile per la restauratrice che non dovrà perdere tempo su queste parti del corpo. Tanto non emergerà nulla di più».
23 luglio 2018 | 11:46
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