Page 8 - Bollettino Rotary Club Bergamo Sud
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19 luglio 2018 Rotary Club Bergamo Sud Bollettino n. 734 (03) anno rotariano 2018 - 2019 responsabile Edoardo Gerbelli
Mantegna, via al restauro in diretta
Da mercoledì i visitatori potranno assistere all’Accademia Carrara al lavoro di ripulitura della «Resurrezione del Cristo»
di Daniela Morandi
Restauro in tempo reale, in museo. Succede per la prima volta in Carrara. «È un’esperienza nuova», dice soddisfatta Maria Cristina Rodeschini, direttore della pinacoteca, dove, sino a novembre, Delfina Fagnani lavorerà sul capolavoro ritrovato: la «Resurrezione di Cristo» di Andrea Mantegna. La piccola tavola, sottile, nel suo legno di pioppo, dall’aria fragile, sta lì, sul cavalletto, nel laboratorio allestito in sala 2. Dai vetri non del tutto trasparenti, per due giorni a settimana, mercoledì e sabato, in agosto e settembre, da definire quelli dei mesi successivi, i visitatori vedranno la restauratrice all’opera, tra batuffoli di cotone, imbevuti in solventi per rimuovere gli strati di colore che oscurano e alternano la superficie pittorica, microscopio e pennelli, per ripristinare la cromia originale. «Con il restauro si ripristina la leggibilità del dipinto, offuscato anche da vecchi ritocchi — spiega Fagnani —. Dai primi test campione di pulitura riaffiora una brillante cromia». Dopo le indagini radiologiche, ottiche e chimico-fisiche, entra nel vivo il restauro, del costo di 40 mila euro, sostenuto dal Rotary Club Bergamo Sud. «È il momento favorevole per capire la tecnica di realizzazione dell’opera — continua la restauratrice —. Negli ultimi mesi, tra consultazione di documenti e comparazione con altre opere di Mantegna, si è steso uno studio preventivo sulla tecnica pittorica. È emerso che gli strati di pittura sono molto sottili, ricordano più quelli usati per la tela che non per la tavola, di solito corposi. Il pittore anticipa la modernità. Era un periodo di continua sperimentazione, tanto che nella tempera aveva aggiunto una piccola quantità di olio».
Mentre parla, Fagnani mostra i cretti di pittura al microscopio, svelando la zona più compromessa nel braccio di Cristo, «forse per una doppia stesura di pittura eseguita in maniera veloce, senza un’adeguata asciugatura tra l’una e l’altra», prosegue. Dalla zona già ripulita emergono «la bellezza delle rocce taglienti — mostra la restauratrice —, il lapislazzulo della corazza del soldato e i punti di luce del suo gonnellino. La pittura è raffinata». Come l’opera, la cui genesi è ipotizzata dal conservatore Giovanni Valagussa, che ne ha riscoperto la paternità. «Questa tavola è la parte superiore di un’anta lunga e stretta, rettangolare — dice —. Forse era un pannello che decorava la cappella privata del castello di San Giorgio dei Gonzaga, a Mantova, insieme ad altri, sempre di Mantegna, raffiguranti storie escatologiche, come la Morte della Vergine, conservato al Prado, e il trittico l’Ascensione, l’Adorazione dei Magi e la Circoncisione, esposto agli Uffizi».
Dietro la tavola due chiodi, decentrati. «Se ci saranno anche dietro alla Discesa al Limbo, che vedremo a Londra, avremmo la riprova che c’erano due traverse equidistanti e che le due tavole erano unite», aggiunge la restauratrice. Il capolavoro cela anche un’altra storia. Osservandolo da vicino si nota un listello nella parte sinistra. «Venne aggiunto nel ‘700, forse per colmare una parte tolta della tavola, perché mal conservata — prosegue Valagussa —. Chi ci ha messo mano però ha ricostruito il volto del soldato usando quello di un altro personaggio, non rispettando il racconto originale, come si nota nella copia della Resurrezione visibile al museo civico di Padova. Sarebbe bello averla in mostra quando esporremo il Mantegna, nella speranza di ricongiungerlo con la Discesa al Limbo». Anche per questo, i lavori sono in corso.
6 agosto 2018 | 11:43
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