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01 febbraio 2018 Rotary Club Bergamo Sud Bollettino n. 19 (716)
anno rotariano 2017 - 2018
Il museo come luogo che custodisce la memoria storica del territorio e della popolazione bergamasca e che propone alle future generazioni valori universali e perenni che non possono essere persi in una convulsa evoluzione.
“Una memoria da vivere: il Museo delle Storie di Bergamo”
Il Presidente Marco ROSSINI ha aperto la
serata salutando gli ospiti presenti tra i quali
coordinatore Edoardo Gerbelli
dell'impegno di Bergamo per l'unità d'Italia. Azione forte e politicamente rischiosa. Non dimentichiamoci che siamo in tempo di guerra, di crisi e quest'uomo decide di aprire un museo. Quest'uomo intuisce che questa può essere una svolta. Sapete perché? Lui se la spiega così: creare nelle giovani generazioni un valore del risorgimento. Si guarda alle spalle, Zilioli, e fa qualcosa che pochi in Italia fanno in quel periodo. Guardarsi alle spalle per recuperare il senso di appartenenza ad una comunità.
Il museo nasce quindi come una corale partecipazione di tutti i cittadini che ripongono in un luogo la loro storia e conserva nel contempo i valori che hanno animato i nostri avi per costruire una
la relatrice della serata, Roberta FRIGENI ed nuova società civile.”
Emilio MORESCHI consigliere delegato della Fondazione “Il Museo delle storie di Bergamo”. Ha poi spiegato quali saranno i nostri futuri impegni per il mese di febbraio tra i quali ci sarà la serata di gala per la consegna della Charta al nuovo RC Isola Bergamasca del quale noi siamo padrini.
La dottoressa Frigeni nell'introdurre l'argomento ha voluto far presente l'opportunità di scandire la storia del museo in tre diversi momenti temporali.
Il primo, che possiamo fissare al settembre 1916 quando il sindaco di Bergamo, Sebastiano Zilioli, ha annunciato la volontà del Comune di riunire in un unico luogo i cimeli, i ricordi e le testimonianze del periodo risorgimentale. Periodo storico dove Bergamo è stata protagonista con la sua diretta partecipazione per l'unità d'Italia e per la quale ha ricevuto l'onorificenza e la citazione di “Città dei Mille”.
“La nostra città – ha detto la dottoressa Frigeni – in quel momento difficile della nostra società (tra poco avverrà la disfatta di Caporetto) per rafforzare il sentimento civico decide di rivolgere ogni sforzo, culturale ed economico, nella costruzione di un luogo che fosse sede della memoria e
Nel 1917, 20 settembre, si inaugura il museo.
Il museo da una prima sede provvisoria presso l'Ateneo, viene trasferito nel 1933 nell'attuale sede della Rocca in Città Alta.
1997. Seconda tappa importante della storia del museo.
“... il museo nasce in Rocca. Nasce come il Museo del Risorgimento, ma in questi cento anni di vita i diversi Conservatori lo hanno fatto crescere soprattutto nella raccolta dei documenti che testimoniano l'evoluzione storica della città. Nel 1959 il museo si trasforma e cambia anche la sua denominazione. Diventa Museo del Risorgimento e della Resistenza.
Il museo viene dotato di una nuova sezione importante che raccoglie i cimeli della Resistenza.”
“Arriviamo quindi al 1997 dove il museo si arricchisce di una nuova sede, che è il convento di San Francesco in Città Alta, acquisita come spazio provvisorio per dar modo al restauro della Rocca. In questa occasione viene cambiato il nome e diventa “Museo storico di Bergamo” .... “Questo museo racconta la storia di Bergamo.”
La sua evoluzione continua. Da museo cittadino diventa il museo dei bergamaschi. Questo passaggio è sottolineato anche dalla
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