Page 2 - Rotary Club Bergamo Sud
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12 ottobre 2017 anno rotariano 2017 - 2018
Rotary Club Bergamo Sud Bollettino n. 08 (705) coordinatore Edoardo Gerbelli
    L'uomo sente il bisogno di interrogarsi sulla sua vita, esaminare e giudicare la propria azione, altrimenti il suo esistere perde senso.
Le Associazioni, proprio perché sono un insieme libero e volontario di uomini, hanno lo stesso bisogno e si interrogano. Ciò avviene in particolari momenti come questo:
“Parliamone tra noi”
Occorre avere una buona dose di coraggio, spirito di confronto e volontà di migliorarsi da parte di chi intende mettere in discussione il proprio operato ed impegno. Marco ROSSINI, quale Presidente per quest'anno rotariano, lo ha dimostrato questa sera mettendo in discussione lo stato di salute del Club.
Nell'introdurre la conviviale ha detto: “inizialmente volevo farvi riflettere, buttare il sasso nello stagno di quello che sarà l'argomento di questa sera. L'argomento è il NOSTRO CLUB. Voglio discutere con voi sullo stato di salute del Club che sta palesando sintomi di stanchezza. A me piacerebbe vedere un po' più passione sul Club, sulle attività che facciamo rotariane e che uscisse questo nostro orgoglio di appartenenza.
Io ricordo che nei primi anni che sono venuto in questo Club, nel 2005, c'era un entusiasmo ed un clima un po' da bollicine, un po' festoso e gioviale, tutti appassionati ai vari progetti ed alle iniziative in corso. Io non so a cosa dipenda questa rilassatezza che in questo ultimo periodo percepisco tra i soci. Probabilmente è normale tutto ciò. In tutte le fasi di crescita ci sono dei momenti più riflessivi rispetto ad altri più dinamici.
Volevo fare un ragionamento, una riflessione che volevo condividere con voi attraverso alcune domande che mi sono posto e sentire i vostri pareri. Nel senso che mi voglio mettere in discussione, come Presidente, e capire se quanto sto facendo corrisponde a quanto mi sono proposto e detto al momento del mio insediamento. In quell'occasione, ho detto che uno dei miei obiettivi sarebbe stato quello di
creare più feeling tra i soci e approfondire l'amicizia, i rapporti che ci sono tra i soci. Questo obiettivo lo vorrei perseguire con maggiore forza.
Io, adesso non sono riuscito ad individuare, a capire quali sono i problemi. Vi invito a darmi dei suggerimenti, delle idee. Sono aperto ad ogni vostro suggerimento, però quello che mi sento di chiedervi è di cercare di ricreare questa passione per il Rotary.
Le recenti dimissioni di alcuni soci mi hanno portato a riflettere sul nostro sentirci parte di una Associazione impegnata a servire l'umanità.
Vorrei portare avanti per il Club delle serate che si rivolgano a tutti sia dal punto di vista formativo che dal punto di vista aggregativo con momenti di gioia e di divertimento.
Io credo in tutto questo e aspetto da voi ogni utile suggerimento, critica e proposta.”
Prima di aprire la discussione tra i soci ha dato la parola ad Andrea VECCHI che ci ha illustrato la conclusione del nostro service in Senegal. “Questo è stato un progetto, come voi tutti sapete – ha detto Vecchi – portato avanti da un gruppo di Rotary Club della Lombardia con la partecipazione di alcune istituzioni con lo scopo di realizzare un ospedale in Senegal. Nonostante diverse ed incresciose vicissitudini, il progetto è andato a buon fine e a settembre la struttura ospedaliera è stata messa a disposizione della popolazione locale.
Ora c'è ancora tutto un lavoro di accreditamento e di arredamento di questo nuovo ospedale. Ci stiamo dando da fare e speriamo a breve di completare anche questa fase.”
La discussione sullo stato di salute del Club è stata aperta dall'intervento di Beppe STEFANELLI il quale ha tenuto a ribadire che non ci sono colpe specifiche da addossare al Presidente, ma che le cause sono da ricercare nel modo con cui il Rotary si è evoluto nel tempo. Modalità e comportamenti che non sono accettati da vari soci. Soci che sono più propensi ad una aggregazione più selettiva.
Giancarlo GHEZZI ha manifestato malessere per questo affievolimento nei rapporti tra soci dovuto a due fattori: il primo perché è venuto meno l'azione di un gruppo coeso e trainante che faccia da attrattiva per vari soci i quali si
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