Page 3 - Bollettino del Rotary Club Bergamo Sud
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07 aprile 2016 Rotary Club Bergamo Sud Bollettino n. 25 (655)
anno rotariano 2015-2016
L’Italia è passata dal 4° posto mondiale nel 1990 al 7° posto nel 2014, dietro a Cina, Corea del Sud ed India. Nazioni che nel passato a mala pena rientravano tra le prime venti a livello mondiale.
Il manifatturiero ha subito una contrazione anche per una diversa strutturazione delle aziende. Nel recente passato le aziende hanno scorporato la parte relativa ai servizi (per esempio la logistica, i trasporti ecc.) delegandola a strutture esterne all’azienda stessa. Ciò ha portato ad una distorsione interpretativa del peso economico del settore manifatturiero.
Un altro fattore di distorsione è il mancato investimento. Fatto che non si è verificato nei paesi concorrenti. Investire vuol dire avere leggi che favoriscono lo sviluppo, la ricerca il rinnovamento. Tutto questo in Italia è mancato.
Dopo questa analisi è passato ad illustrare gli scenari possibili nel futuro. “Il manifatturiero nel futuro” ha continuato Marco TAISCH “ si troverà ad affrontare quattro grossi problemi: il cambiamento demografico; la scarsità delle risorse naturali; i cambiamenti climatici; l’urbanizzazione della popolazione.
Il boom demografico che si verificherà nei prossimi anni in Africa vorrà dire che nel 2050 l’Africa avrà più laureati di quelli che avremo in Europa”.
Nel prossimo futuro non solo cambieranno i mercati, ma i prodotti. Essi saranno più: intelligenti; connessi; connessi; personalizzati; ecologici; ed useranno nuovi materiali.
“Una volta le aziende producevano e basta. Poi al loro prodotto hanno aggiunto dei servizi a supporto del prodotto” fino ad arrivare ad oggi dove “prima deve esserci il servizio di quel prodotto che vuoi erogare, ed il prodotto, cioè l’oggetto fisico, diviene la piattaforma per erogare quel prodotto. Questo vuol dire che gli ingegneri devono cambiare mentalità. Non devono più progettare un pezzo fisico, ma rappresentare un servizio; poi progettare il prodotto” “Perchè 4^ rivoluzione industriale che oggi sentiamo parlare tantissimo? Abbiamo avuto la 1^, 1770 con l'uso del vapore; la 2^, 1870 con l’uso dell’energia elettrica; la 3^, 1970 con l’uso del computer; oggi la 4^. Perchè? Oggi sono maturate contemporaneamente tutta una serie di tecnologie informative che vanno a cambiare il modo di produrre”.
Quali sono: Biga Data; Cloud Computing & Cyber security; Internet of Things; Interfaccia uomo- macchina; Automazione robotica; Additive Manufacturing.
Dopo un’esauriente spiegazione dei vari componenti sopraelencati, il prof. TAISCH, ha spiegato che nel prossimo futuro la competitività dei prodotti si giocherà solo sul “know-how”. Quindi ci sarà un ritorno sul territorio delle imprese manifatturiere venendo a ridursi il fattore costo della mano d’opera. Sempre che lo Stato sia in grado di favorire la ricollocazione con un sistema fiscale adeguato e che ci sia un elevato numero di personale tecnico- scientifico. Personale competente. “In Italia ci sono
responsabile: Edoardo Gerbelli
76.000 posti di lavoro non coperti perchè non ci sono le persone con competenze giuste. Ora abbiamo più giocatori, veline e non abbiamo abbastanza ingegneri, tecnici a tutti i livelli. Questo è quello che ci serve per il futuro delle nostre imprese.”
La parola è poi passata a Gianluigi VISCARDI il quale ha avuto il compito di spiegare la criticità delle nostre imprese m,anifatturiere e le possibili soluzioni per farle evolvere ed essere in grado d’affrontare i mercati mondiali.
“I pèunti critici” ha spiegato VISCARDI “ sono le dimensioni ridotte delle unità operative; le difficoltà di investimento e di accesso al credito; una politica industriale basata su precisi obiettivi; difficoltà degli imprenditori di fare Open Innovation; mancanza di integrazione delle varie imprese che agiscono in maniera autonoma e non coordinata; un supporto insufficiente dal sistema ricerca. A tutto questo si aggiunga una scarsa propensione negli imprenditori ad analizzare l’offerta di tecnologia produttiva ed informatica”.
“Bisogna proprio fare un cambiamento culturale in noi imprenditori” ha insistito Viscardi “per saper meglio utilizzare e sfruttare le nuove tecnologie ed aprirsi alla innovazione che deve essere diffusa ed alla portata di tutti”.
Ha poi sottolineato l’importanza del “know-how” che è un bene aziendale da tutelare. Un patrimonio che ha un valore certe volte superiore alle attrezzature ed al personale impiegato. Occorre pertanto operare affinchè questo venga tutelato e possa produrre ulteriore “know-how”.
Tutto questo è un processo che ha bisogno di tempo per essre compiutamente definito. Occorre fare un passo alla volta coscienti che il nostro è un progetto in costante evoluzione. Un progetto che richiede la collaborazione diffusa e ramificata tra tutte le componenti dell’impresa e delle imprese.
E’ poi passato ad illustrare le azioni necessarie affinchè tutto ciò si realizzi. Occorre: creare del terreno fertile per far crescere il tasso di innovazione; fare azione di sensibilizzazione sugli investimenti in ricerca, in specifici settori; costituire Reti di conoscenza.
“L’Italia non sta ferma” ha continuato VISCARDI, “si è costituito infatti il CLUSTER FABBRICA INTELLIGENTE” con il quale si intende realizzare una piattaforma nazionale sul manifatturiero avanzato”. Ha quindi spiegato l’essenza di questo nuovo organismo e le sue funzioni. Fino ad illustrare i progetti in corso, la relativa Road Map e le linee di intervento. Ha poi concluso illustrando il valore aggiunto prodotto dal Cluster Fabbrica Intelligente, che è dato da:
• Sinergia tra competenze complementari
• Condivisione infrastrutture di ricerca
• Condivisione di Know-How con i principali
interlocutori internazionali
• Internazionalizzazione del manifatturiero
italiano
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