Page 7 - Bollettino del Rotary Club Bergamo Sud
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05 marzo 2015 Rotary Club Bergamo Sud Bollettino n. 22 (618) anno rotariano 2014-2015 responsabile: Edoardo Gerbelli
DISTRETTO 2042 – GRUPPO OROBICO 1
Governatore 2014-2015
ALBERTO GANNA
governatore1415@rotary2042.it
Nona lettera del Governatore
MARZO MESE DELL’ALFABETIZZAZIONE
Milano, 1 marzo 2015
Quanti di voi ricordano Diario di un maestro, lo sceneggiato televisivo diretto da Vittorio De Seta e trasmesso la domenica sera su Rai Uno nel 1972; due anni dopo l’uscita in TV il film raggiunse le sale, accorciato di 135 minuti, questa versione è stata selezionata tra i 100 film italiani da salvare. Il soggetto è tratto dal libro autobiografico Un anno a Pietralata di Albino Bernardini.
In una scuola dell'estrema periferia romana, un giovane insegnante, nuovo dell'ambiente, invece di disinteressarsi della sua aula semivuota, decide di affrontare il problema del mancato rispetto dell'obbligo scolastico non in maniera burocratica, ma cercando per il quartiere i bambini che non frequentano le lezioni e dando a queste un assetto assolutamente atipico, quasi rivoluzionario per i programmi dell'epoca. Ne nasce un'esperienza di arricchimento reciproco tra i piccoli alunni e il maestro (interpretato da Bruno Cirino) il quale, agli occhi dei telespettatori, rappresenta la persona che pratica quegli ideali da tanti altri solo predicati.
Trasmesso in anni in cui esisteva solo la RAI, questo sceneggiato fu molto seguito e rese assai popolare Bruno Cirino come attore, reso simpatico per quel ruolo; la sua capacità di interagire con ragazzi di età media rese molto interessante e credibile la raffigurazione del mondo della scuola di allora ed evidenziò le difficoltà dell'insegnamento basato solo sulla sensibilità del maestro il quale oltre ai libri di testo non poteva contare su nessun altro supporto tecnologico didattico, inesistente in quegli anni.
Alla ricerca di un’informazione, sfogliavo, qualche giorno fa, l’organigramma distrettuale dell’anno 1995-96 e l’occhio mi è caduto sulla presenza di una commissione fra le tante: Commissione per la lotta alla disoccupazione, nel 1995; non è forse un caso che il Governatore di quell’anno iniziò a impegnarsi, e non ha mai smesso lodevolmente di farlo, nel Programma Alfabetizzazione. Lo sceneggiato del grande, compianto Vittorio de Seta e il libro di Albino Bernardini descrivevano un’ Italia non così lontana, ancor più il pubblico italiano, che tramite la RAI conosceva lo scrittore di Siniscola, era ancora sensibile alla difficoltà dell’apprendimento, alla cultura, all’educazione non come dato di fatto ma come conquista, come sudato privilegio. Un paese, l’Italia di quegli anni, che si affannava per aiutare i Maestri a sostenere la responsabilità del mestiere più bello e più importante del mondo. All’indomani dell’unificazione, nel 1861, l’Italia contava una media del 78% di analfabeti con punte del 90%, nello stesso periodo (1850) le percentuali di analfabeti in Europa erano del 10% in Svezia e del 20% in Prussia e Scozia, del 75% in Spagna e del 90% in Russia.
Oltre 10 anni prima della felice intuizione di de Seta, la RAI di Ettore Bernabei si era già posto l’obiettivo di contribuire ad alfabetizzare il Paese; il programma era condotto dal maestro e pedagogo Alberto Manzi, che ne era stato anche
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