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13 luglio 2017 Rotary Club Bergamo Sud Bollettino n. 02 (699)
anno rotariano 2017 - 2018
Fuori porta all’insegna della scoperta delle bellezze architettoniche di Bergamo
Visita al Monastero di Astino ed alla mostra di Mario Giacomelli
In una calda serata estiva ci siamo ritrovati presso il monastero di Astino (Bergamo) per conoscere le sue origini e le sue vicissitudini da quando è stato fondato ad oggi.
Inoltre, approfittando della contemporaneità, abbiamo visitato la mostra del fotografo Mario Giacomelli.
Ci ha accompagnato alla visita all’abbazia la dottoressa Alessandra CIVAI, storica e curatrice degli eventi del Monastero. La sua è stata una esposizione molto accattivante in quanto ha sapientemente intercalato nel suo racconto fatti storici con aneddoti curiosi. Abbiamo goduto, inoltre, anche di un privilegio inaspettato: infatti ci è stato concesso la visita alla chiesa recentemente restaurata. Abbiamo così potuto ammirare il bel lavoro di restauro e le scoperte che sono affiorate durante i lavori di pulitura delle pareti. In particolare abbiamo ammirato l’affresco, sopra l’ingresso principale, coperto prima da una tela e successivamente da uno strato di intonaco, che rappresenta la moltiplicazione dei pani e dei pesci in forma attualizzata secondo la regola dei monaci benedettini di Vallombrosa. Abbiamo poi ammirato il recupero della sacrestia con la ricostruzione dei suoi arredi che erano andati persi o distrutti nel tempo.
Il percorso storico dell’abbazia è terminato nel chiostro parzialmente demolito per far accedere le macchine agricole dopo la vendita del complesso ai privati. (pag. 7 una breve storia del monastero).
Al termine della visita all’abbazia ci stava aspettando il dott. Mauro Zanchi, storico dell’arte, che ci ha introdotti nelle adiacenti
coordinatore Edoardo Gerbelli
sale espositive per visitare la mostra del fotografo Mario Giacomelli. (vedi art. a pag. 3 e 4 ).
L’impatto con le opere è stato di scetticismo (almeno per chi scrive) in quanto inizialmente non è stato chiarito il rapporto tra fotografia ed arte visiva. Poi, però, man mano che venivano spiegate le opere esposte si è cominciato a capire prima la ricerca da parte dell’autore di “storicizzare” i segni lasciati dall’uomo e successivamente tecnica la tecnica usata. Siamo negli anni settanta e molte conflittualità tra fotografia ed arte erano state risolte o comunque sviscerate ed analizzate (vedasi gli scritti di Argan e Dorfles).
Da questo momento le “fotografie” hanno cominciato ad avere un senso ed una loro logica espressiva. Ho virgolettato la parola fotografia perchè quelle esposte non sono una banale restituzione di uno scatto fotografico, ma il risultato di una rielaborazione dell’immagine da parte dell’autore con particolari tecniche di sviluppo. In esse si scopre il desiderio e l’ossessione nella rappresentazione dei segni lasciati dall’uomo sulla terra. Per questo lavoro l’artista ha fatto uso di foto aeree, scattate in momenti particolari della giornata dove la luce esaltava maggiormente questi segni. La restituzione su carta, poi, comportava una riflessione sul “paesaggio riprodotto” cancellando le parti di esso che erano ritenute non congruenti con il messaggio che l’autore voleva esprimere.
Al termine di questi due eventi culturali, il Presidente Marco ROSSINI, ha accolto tutti i soci con i relativi ospiti sotto un’ala del chiostro dove Mirko, il nostro ristoratore, aveva allestito la nostra conviviale.
Non avevamo i simboli rotariani perchè eravamo in trasferta, però il Marco ha ricordato che questo nostro “girovagare” nella cultura sarà un elemento che caratterizzerà il suo mandato.
Prima di augurare a tutti i convenuti una buona cena ha ricordato il prossimo incontro, giovedì 20, presso il Tennis Club di Bergamo dove avremo l’opportunità di
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