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18 maggio 2017 Rotary Club Bergamo Sud Bollettino n. 30 (693)
anno rotariano 2016 - 2017
Molto spesso sentiamo parlare di leadership nel mondo rotariano, ma cosa significa e quanto conta nell’impegno nel nostro Club?
Leadership: dibattito a tre voci
Più che un dibattito, quello di giovedì sera è stata una lectio magistralis tenuta dal prof. Domenico BODEGA Preside della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano con il contributo del dott. Carlo NICORA, direttore generale dell'Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo e dell’ing. Marco MANZONI, presidente dei giovani imprenditori di Confindustria di Bergamo.
Il prof. Bodega ha tracciato i caratteri che sono specifici di un leader. Un leader “moderno”, non stereotipato ed imbalsamato come viene descritto dalla letteratura odierna. (vedasi al riguardo il libro di T. Peters e R. Waterman: La ricerca dell’eccellenza”). Un leader moderno in primis, deve saper gestire una serie di paradossi che sono in antitesi con i criteri comportamentali del passato, quali il decentramento delle responsabilità; la ricerca di risultati a breve termine; la velocità di cambiamento per adeguarsi alla rapida mutazione degli eventi; creare consenso attorno alle decisione che occorre prendere; essere sempre innovativi utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione delle nuove tecnologie; e soprattutto, avere un forte spirito di gruppo. Il vero leader non è il “solitario”, il dux autoreferenziale, ma colui che racchiude in se gli ideali e la spinta propositiva di essi condivisi dalla “comunità immaginaria”. Così come definita da Yuval Noah Harari nel suo libro “Da animali a dei”. Queste qualità, ha spiegato il prof. Bodega, vanno ricercate nell’eccellenza, nell’efficacia e nell’integrazione.
Come detto l’eccellenza viene spiegato in modo chiaro da Peters e Waterman nel libro sopracitato; mentre J. Pfeffer (Leadership BS) descrive molto bene come il leader deve sapersi integrare nel contesto in cui opera; e K. Weick spiega come un’organizzazione moderna efficace dovrebbe essere. Ha poi spiegato quali sono i caratteri universali di una leadership eccellente. Ossia la leadership è fondata sulla costruzione di una chiara identità personale; è costitutiva di contesti organizzativi significativi; è sociale; condiziona l’efficacia delle organizzazioni e si fonda sulla INTEGRITA’ ETICA della persona.
Gli attributi universali della Leadership sono l’integrità personale: l’essere “degno di fiducia”, “giusto” e “onesto”; la leadership visionaria e carismatica: l’essere “incoraggiante”, “positivo”, “motivante”, “capace nel costruire sicurezza”,
coordinatore Edoardo Gerbelli
“dinamico”; l’orientamento al gruppo: l’essere “comunicativo”, “coordinatore”, “costruttore di gruppi”.
Il prof. Bodega ha poi tracciato i caratteri della cultura italiana evidenziando gli elementi conflittuali con i caratteri di una leadership. Ha poi spiegato quale è la responsabilità culturale di un leader e i comportamenti del “carisma” che devono essere orientati sempre al futuro e verso l’esterno.
Mai essere autoreferenziale. E questi sono i fattori di deragliamento della leadership:
arroganza, melodrammaticità, instabilità, eccessiva cautela, sfiducia/sospetto, isolamento, violazione delle regole, eccentricità, resistenza passiva, perfezionismo e necessità di piacere agli altri.
Infine ha tracciato le qualità integrative tra leadership & leadership R-form (ossia rotariana): Ispirato, Innovativo, Formale, Credibile, Comunicativo, Dominante, Visionario, Attento agli interessi dei collaboratori, Modesto, Razionale, Persuasivo, Ordinato, Compassionevole, Orientato al lungo termine, Team builder, Capace di integrare, Partecipativo, Costruttore di consapevolezza, Calmo, Coraggioso, Diplomatico, Consapevole di se.
Ha concluso citando H. Garder “Responsability at Work” dicendo che un leader rotariano deve attenersi a principi di onestà e rispetto per gli altri; avere una intelligenza etica (attenzione alle proprie responsabilità nei confronti degli altri) e distinguere tra chi lavora con competenza e chi lavora prendendo scorciatoie (questo emerge in periodi di crisi).
Un lungo applauso dei numerosi partecipanti ha sottolineato la bravura di esposizione del relatore e la comprensibilità della sua esposizione nonostante che alcuni passaggi fossero piuttosto di difficile comprensione.
Il moderatore della serata, l’ing. Lucio Cassia, ha poi passato la parola al dott. Carlo Nicora il quale ha introdotto la sua relazione schermendosi dietro chi lo ha preceduto. Un modo intelligente per allentare la tensione che si era generata nella sala dopo la lectio magistralis.
Nicora ha incentrato la sua relazione sul know-how sviluppato nella procedura di trasferimento di tutta la struttura ospedaliera dal vecchio ospedale “Riuniti” al nuovo ospedale “Giovanni XXIII”. Ha illustrato la complessità delle relazioni che si interconnettevano e che si autocondizionavano tra loro tra il personale, la logistica e la territorialità dell’evento.
Non è stata una scommessa al buio, ma una pianificazione studiata e concertata nei suoi minimi particolari. Il risultato finale è stato un notevole successo tanto che la procedura messa in atto è diventata un “protocollo” che seguito da altre organizzazioni.
Con questa sua relazione il dott. Nicora ha dimostrato “di fatto” cosa significa essere un leader. Veramente un bel esempio.
Il terzo relatore, l’ing. Marco Manzoni, 33 anni, vice presidente e amministratore della Nuova
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