Page 2 - Bollettino Rotary Club Bergamo Sud
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20 ottobre 2016 Rotary Club Bergamo Sud Bollettino n. 09 (672)
anno rotariano 2016-2017
Molto spesso sentiamo parlare di grafologia con personaggi fantasiosi che purtroppo offuscano la natura scientifica di tale disciplina. Noi abbiamo voluto fare un approccio scientifico. Una disciplina che a ragione è diventata un supporto importante nelle indagini giudiziarie.
Grafologia
Dai fonemi ai grafemi, giovedì 20 serata dedicata alla scrittura con Maria Cristina Astori. Grafologa laureata, precisiamo, perché spesso i nuovi grafologi che impazzano sui siti sono sfornati da corsi che non richiedono laurea nè preparazione scientifica. Invece la nostra relatrice, appunto laureata in farmacia, ha poi proseguito gli studi dedicandosi ad altro tipo di scienze, in parte biologiche in parte umane, perché ha approfondito per ben sette anni la materia della grafologia, frequentando l'Università internazionale della nuova medicina e poi un corso di perizia grafologica.
L'attività professionale della dott.ssa Astori spazia così dalle perizie per il Tribunali, civili e penali, per gli avvocati e in genere in tutto il settore in cui l'analisi della scrittura si pone al servizio della verità processuale, all'attività psicologica in senso stretto, in cui lo studio delle scritture diventa analisi delle personalità, delle devianze, delle patologie. Ignoto a tutti il fatto che la scrittura si divide in tre parti orizzontali: la parte mediana, corrispondente al corpo delle vocali, che è simbolo della parte mediana del viso dove si aprono gli occhi; una parte alta, dove si lanciano le t e le d, insomma la parte alta delle lettere, che corrisponde alla fronte, e la parte bassa, quella della g e della y
coordinatore: Edoardo Gerbelli
insomma, che è la bocca: il diverso disegno delle lettere segnala la dominanza di una delle sensorialitá o ideazioni corrispondenti. E ancora, la posizione dello scritto nel foglio indica la visione spazio temporale del soggetto, mentre spazi ampi o più brevi tra le parole indicano la riflessione.
Ci racconta poi la dottoressa Astori che scritture che cambiano nella stessa pagina sono preoccupanti e sintomo di disordini o squilibri psicologici, mentre è del tutto normale che la scrittura cambi con la crescita dell'individuo, perché è lo specchio della sua evoluzione anche emotiva; non solo, segnala anche spesso patologie, come il Parkinson o le malattie degenerative dell'anziano, che rimpiccioliscono la scrittura o la cambiano significativamente. Questi rapporti importanti tra grafologia, psicologia e medicina sono il frutto della lezione del prof. Marco Marchesan, il grande maestro italiano della disciplina, che ha saputo focalizzare gli approdi della scuola russa, della scuola francese, e di quella tedesca, a cui si attiene la nostra dottoressa. L'aneddotica é stata davvero avvincente: dal dissimulatore che non vuole ammettere che la firma sul mutuo o sull'assegno è sua, ma alla fine deve cedere, all'autore delle lettere anonime che chissà come mai scrive sempre (anche nell'epoca del computer) e ci lascia le penne, alle falsificazioni di firme su analisi chimiche, formulari di trasporto di rifiuti, bilanci.
Poi è arrivata la lettura delle scritture del tavolo della presidenza, con clamorose conferme; che il Presidente ha grandi idealità ma un filo di disordine che fa rima con creatività, che abbiano soci con spiccata sensibilità quasi femminile, ma altrettanto temperamento e determinazione, mentre un no comment ha rinviato la calligrafia della sottoscritta a un successivo approfondimento.
Meno male il resoconto del bollettino è stampato, così non rischio diagnosi da paura
(Paola BRAMBILLA)
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